LA VITA È VERAMENTE BELLA!
Prima giornata diocesana per la vita, 9-10-11 ottobre 1998

Di Carmen Fioriti



Per la terza volta mi ritrovo a scrivere su questa rivista un piccolo contributo inerente la prima Giornata diocesana per la vita. Subito dopo le giornate tuttì i giornali ne hanno parlato e quindi non mi sembra il caso di fare il verso ai quotidiani ticinesi, e ora molte cose non si ricordano più, sono ormai passati trenta giorni da quella tre giorni che ci ha tenuti occupati per più di due anni e ci ha "tormentati" durante le ultime due settimane eh sì, forse il termine è un po' troppo forte, ma, concedetemelo, vi assicuro che la sfida era grossa, organizzare tre giorni intensi, con manifestazioni in tutto il Cantone che potessero essere momenti di riflessione per tutti, per credenti e non, giovani, coppie, famiglie, ma soprattutto che avessero come punto centrale e comune quello che il Vescovo ci aveva chiesto, una giornata per la vita che fosse un annuncio della complessità e della ricchezza della vita proclamate in tutte le esperienze umane. A rendere questa sfida ancora più interessante, le direttive di Mons. Vescovo: ad organizzare la prima giornata diocesana per la vita, i rappresentanti di vari movimenti, gruppi, associazioni e aggregazioni ecclesiali della nostra Diocesi. Ebbene, abbiamo raccolto questa opportunità e, senza voler peccare di presunzione, credo che l'abbiamo sfruttata al meglio. Infatti di questa tre giorni ciò che più mi ha impressionato, è stata proprio l'unità che si è realizzata fra tutti gli organizzatori; credo infatti che siano state gettate delle solide fondamenta, che possano sostenere una costruzione mastodontica, un palazzo dove potranno convivere tutti i gruppi operanti nella nostra piccola realtà diocesana. In altre parole, la comunione della Chiesa Corpo non è più solo un testo biblico ma un'esperienza vissuta. E non grazie a noi, alle nostre capacità, che con i nostri limiti avremmo finito per realizzare ben poca cosa, ma grazie a Lui che riesce a far diventar grandi anche le più piccole cose. Ma perchè parlarne ancora dopo tanto tempo, tenuto conto del ritmo incalzante dell'informazione? Ci stiamo avvicinando al Natale, la cui data fu fissata dalla Chiesa in contrapposizione alla festa del Sole Invicto, nella quale si tentava di unificare intorno alla figura dell'imperatore le cultualità dell'Impero romano. Ad essa la Chiesa rispose proclamando e ricordando la nascita di "Colui che viene dall'alto a visitarci come il sole che sorge". È quindi la festa del Signore della vita, e per celebrarlo ripercorriamo insieme alcune tappe di una tre giorni che alla vita è stata dedicata.


MONS. VESCOVO, SALUTO AL CONCERTO
In un passaggio della lettera di S. Paolo agli Efesini troviamo scritto, detto alla buona: "Prima che il mondo ci fosse io ti ho pensato". Guardate che lo dice a me, ma lo dice a ciascuno di voi per nome. E quindi che cosa succede? Succede che noi eravamo nel pensiero di Dio prima di tutte le cose che Lui ha visto che erano cose buone, quindi noi dovremmo essere buonissimi. Però quel che è successo è successo, siamo qui con le nostre fragilità, magari abbiamo una fabbrica di "fiaschetti" e facciamo più una "fiaschetteria" che una fabbrica di successi, ma questo non conta niente: quello che conta è che la nostra vita intrinsecamente per se stessa è bella, perché è vita. (...) La vita è veramente bella! Purtroppo noi dobbiamo essere portatori, annunciatori di questa verità prima di tutto essendo sempre, nonostante tutto, creature gioiose. Non creature col volto che sa di muffa, che sa di cartapesta, ammuffiti, acetosi, biliosi, tutto quello che volete voi! Si può anche avere delle prove nella vita ma il nostro volto deve dirci che c'è qualcosa dentro di noi... non è qualcosa: è qualcuno. Abbiamo il Dio dei vivi, il Dio vivente e quindi calpestiamo, mettiamo sotto i piedi tutte le ideologie che dicono "ma sono già sorpassate, Dio è morto". No, Dio non è morto. L'uomo muore perché voleva la morte di Dio. II Figlio di Dio è morto, ma è morto per la vita. E' il Principe della vita! È il Risorto! Noi siamo creature risorgibili, ma già viventi e viventi dell'amore di Dio, nonostante noi. E' per questo dico: la vita è bella!

MONS.VESCOVO, INTRODUZIONE AL SIMPOSIO
Sono lieto di poter celebrare con voi questa prima giornata diocesana per la vita. Con questo evento la nostra diocesi vuol essere in piena sintonia con la Chiesa Universale e con gli uomini di buona volontà che si sentono impegnati nella promozione dei valori umani, della cultura della vita e alzano la voce a difesa degli innocenti, dei sofferenti, di quanti sono minacciati dalla cultura della morte. (...) Questa giornata per la vita è un evento di portata universale. Le nostre braccia sono aperte, le nostre mani stringono le mani dei fratelli che nella chiesa e nel mondo intero sentono lo stesso ideale di difesa e di promozione della vita. E' bella la vita che comincia nei bambini, la cui nascita porta sempre la gioia in una famiglia, è bella la vita nei giovani quando si trova nel suo splendore. È bellissima nell'uomo maturo nell'età della pienezza, è bella la vita rispecchiata nel volto dell'anziano. La vita è bella sempre perché l'uomo è l'essere che da senso al mondo.

S.E. CARDINALE ALFONSO LOPEZ TRUJILLO, SIMPOSIO
Come fondamento di una vera cultura della vita nel cuore della famiglia, culla della vita, santuario della vita, è una cultura che dobbiamo creare, che deve essere difesa coraggiosamente in mezzo a tante difficoltà col dialogo specialmente con i politici e legislatori. Anche con coloro che non credono perché il problema della vita, della dignità dell'uomo non è soltanto un problema religioso. Quale sarà il futuro dei bambini? Oggi i bambini nati e non nati sono le grandi vittime. In una famiglia senza cuore, in una unione senza legami stabili i non nati non hanno più la grande difesa che è l'amore e l'amore dei progenitori e soprattutto l'amore della madre. Oggi c'è la paura della maternità e si ricerca dappertutto di far crescere il diritto di negare alle madri la maternità, anche la maternità già in atto. Possiamo dire che è una cultura della morte, che è una nuova follia. (...) Una cultura della vita esige una forza molto maggiore e un coinvolgimento molto maggiore in questa lotta storica. Quando in una nazione, in un parlamento, quando in un continente, l'uomo è sfruttato, l'uomo è o diventa "cosa". La donna diventa "cosa". La Chiesa non può rimanere tranquilla. Mai!


PROF. FRANCESCO D'AGOSTINO, simposio
Noi possiamo anche, tra cristiani, ribadire le buone ragioni della nostra fede e il nostro "sì alla vita". Ma il problema non è ribadirlo tra di noi: il problema è evangelizzare gli uomini per quello che riguarda la difesa della vita, e ricordatevi il titolo dell'enciclica è "Evangelium Vitae", non è "Defentio Vitae", sarebbe stato anche corretto il titolo "Defentio Vitae" ma "Evangelium Vitae" è un titolo infinitamente più preciso. II nostro problema è ricordare a tutti gli uomini che la difesa della vita è un valore umano; non è un valore rituale, clericale, della comunità cristiana. Non è un valore religioso in senso stretto: è un valore semplicemente umano. I cristiani che si fanno difensori della vita non fanno altro che ricordare all'uomo una verità profondamente umana e che è di tutti gli uomini. Ecco perché è tanto importante insistere nonostante l'immensa difficoltà sul fatto che anche il diritto ha il compito di difendere la vita perché il diritto non è una struttura religiosa, non è meno che mai un'esperienza di fede: il diritto è un'esperienza umana generale. In tutti i popoli, tutte le culture c'è un diritto. II diritto non è stato inventato dalla Bibbia; il diritto è una necessità del nostro essere insieme, è una struttura antropologica. Ma poiché il diritto è una struttura antropologica universale pre religiosa, tanto per capirci, la difesa della vita deve essere considerata un autentico e specifico compito del diritto e non perché il diritto si lascia influenzare dalla religione (ottima cosa se il diritto si fa influenzare dalla religione!) ma è un altro discorso. Ma perché se il diritto è chiamato a difendere la verità dell'uomo non può non difendere la verità della vita. La fede e l'etica potranno dare al diritto ottimi puntelli, ottimi argomenti, potranno animare dal di dentro il diritto. Ma il diritto già in se stesso deve trovare fondamentalmente le ragioni per dire " la vita va difesa".

MONS. GIL HELLIN FRANCISCO, simposio
Delle caratteristiche specifiche dell'attuale cultura di morte è quella di introdurre nella stessa relazione coniugale degli sposi il disprezzo per la vita. L'aborto è sempre esistito ma quando prende dimora nella relazione fra marito e moglie significa che sta succedendo qualcosa di singolarmente grave. Si stanno avvelenando le stesse fonti della vita. Per questa ragione il Papa precisa, parlando della malizia dell'aborto, della malizia, più grave ancora, sono parole sue è il fatto che in larga misura questi attentati alla vita siano prodotti dentro e per opera della famiglia la quale è costituitamente chiamata ad essere il santuario della vita. (...) Spesso il matrimonio viene presentato nel ceto medio come uno stato necessario di cui sarebbe meglio per l'individuo poterne fare a meno. Questi dubbi e sospetti sulla bontà e convenienza del matrimonio procedono da una concezione di libertà che vede l'unione matrimoniale in conflitto con la propria realizzazione. Per questo si promuove un'educazione sessuale che più che orientamento all'unione coniugale è reale iniziazione ed è stimolo al consumo. Un consumo, oltretutto, che deve essere spogliato da ogni responsabilità, vale a dire da ogni possibile procreazione. Questo è l'unico senso della responsabilità quando promuovono questa iniziazione sessuale. Dev'essere offerto il sesso sicuro. A questo fine ogni sorta di preservativi, anticoncezionali chimici o meccanici, la stessa sterilizzazione e persino l'aborto saranno presentati come diritti di ogni individuo. Non sia timore di diffondere la massiva sterilizzazione delle nuove generazioni, tanto la procreazione assistita potrà in futuro, caso mai, appagare le naturali ansie di posterità. Si può trovare un modo pratico per respingere l'istituzione del matrimonio privandolo dei suoi contenuti essenziali che sono reciproco donarsi di uomo e donna per trasmettere la vita. Senza tali contenuti il matrimonio è un'istituzione inutile e senza senso: una mera formalità.

MONS.VESCOVO, OMELIA A SANTA ANTONINO
Vorrei esprimere la mia inquietudine per quanto è avvenuto nei giorni scorso in parlamento. Anche se per fortuna non è l'ultimo atto. Si vuol modificare il diritto penale in materia di aborto. Il diritto, lo ricordo, è per essenza la protezione dei più deboli. Delle persone più indifese ma togliere ogni tipo di protezione giuridica ai nascituri nelle prime settimane di vita è forse un atto di civiltà? O non è forse un atto di grave irresponsabilità? Mi fermo qui. Ma voglio ricordare una cosa molto semplice sulla quale invito a riflettere soprattutto coloro che dovranno decidere nelle prossime settimane. E' un'osservazione che pesco dalla banalità e dalla saggezza della vita quotidiana: una donna incinta che cosa dice di sé: "sto aspettando un feto? Sto aspettando un embrione? Sto aspettando un grumo di cellule?" No. Dice: "sto aspettando un bambino" e questo, sia che si trovi alla prima, sia che si trovi alla dodicesima o alla quattordicesima settimana, ricordiamolo. Ci aiuti nel nostro impegno la Vergine, madre di Dio, serva umile obbediente e fedele che accoglie nel suo grembo la vita. Affidiamo a lei il nostro impegno, il nostro proposito la nostra volontà di essere con amore speranza e sincerità veri testimoni e costruttori della vita, non della morte. A lei ci rivolgiamo con le parole con cui il Papa chiude la sua enciclica "Evangelium Vitae": "O Maria, aurora del mondo nuovo, madre dei viventi, affidiamo a te la causa della vita. Guarda o madre al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere, di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza o da una presunta pietà. Fa che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita. Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo, la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa per costruire insieme con tutti gli uomini di buona volontà la civiltà della verità e dell'amore. A lode e gloria di Dio, creatore e amante della vita. In un mondo che ci interroga e che si interroga se siamo parolai o coerenti dobbiamo gridare a chiunque indistintamente in maniera forte "sì alla vita".